
Questo è uno di quei momenti.
Quei momenti in cui tutto sembra quadrare.
Quei momenti in cui ne ho quasi la certezza.
Ma è solo un momento; e presto svanirà così come è arrivato.
Già: fra un attimo non sarò più così certo.
No. Tra un attimo mi convincerò che è solo la stanchezza, la solitudine.
È colpa dei pensieri che girano e rigirano nella mia mente. O forse è solo questo maledetto mal di testa che mi fa quasi perdere il contatto con la realtà.
La realtà.
La “realtà”.
Che parola insensata!
La realtà è ciò che è reale, ciò che esiste. Sicuramente esiste. Ne ho la certezza.
Tutti noi ne abbiamo la certezza.
Esattamente come in quei momenti.
Esattamente come un attimo fa, quando tutto mi sembrava quasi una certezza.
Già: “quasi” una certezza. Proprio come il reale! Proprio come la realtà che noi tutti conosciamo. Quella di cui, in quei momenti, non sono più così certo. Quella che, in quei momenti, sbiadisce a poco a poco per lasciare spazio ad una sensazione simile a certezza, ma che anch’essa certezza non è.
Eppure il mio istinto mi dice di crederci. Mi dice di credere a quei momenti, a quella sensazione, esattamente come credo alla realtà, quella che conosco da sempre, quella che costituisce il “mio sempre”. Quella che in un attimo, se mi soffermo ad osservare la mia stanza oppure mi tuffo nei miei ricordi, diventa subito così inconfutabilmente, pazzescamente, fottutamente reale!
Poi, però, chiudo gli occhi un istante, lascio svanire i pensieri, e li riapro davanti ad uno specchio: guardo la mia faccia, fisso i miei occhi e tutto s’intorpidisce nuovamente. Riaffiora uno di quei momenti.
Già. Quella sensazione ritorna a pulsare, come una cosa viva!
Disturba il tutto, ne spegne i colori, ne confonde i contorni, sembra assorbire energia da questo mondo quasi volesse assomigliargli un po’, quasi volesse essa stessa sembrare reale.
E tutto si confonde lasciando un’ombra, una scia innaturale, come non fosse di questo mondo.
A poco a poco quest’ombra si fa più nitida e diventa certezza. La certezza del dubbio: sono solamente le mie fantasie, è solamente la stanchezza oppure davvero qualcosa non quadra?
Cosa diavolo è questa maledetta sensazione di estraneità a questo corpo, a questa stanza, a questo mondo, ai miei ricordi, perfino a me stesso?
Questo pulsare non proviene da me, questo pulsare non può essere reale. Ma allora perché esiste? Perché sembra quasi vivo? Da dove proviene e perché ha scelto me?
Quest’energia mi trascina altrove, mi porta sempre più lontano dalla realtà.
Così lontano che riesco a tornare, ne sono sicuro, solo aggrappandomi alla paura di non tornare più indietro.
Ma non potrà durare per sempre.
Non sarà sempre così debole.
Mi allontano ogni volta un po’ di più.
Ogni volta, in quei momenti, sembra quasi che io voglia sfidare la sorte, sento che la curiosità s’accresce, sento pulsare questa cosa viva, reale, che mi trascina a sé.
Ogni volta ho sempre più paura di raggiungere il punto di non ritorno.
Mi sembra di essere così vicino a quella soglia che ogni tanto mi chiedo se non sia proprio quello che sto cercando da tempo: un viaggio senza ritorno in un’altra dimensione.
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ciao bellissima, mi sembra di vedermi in questa descrizione. non scrivi più?
Grazie Lily.
Scriverei volentieri, ma ho sempre meno tempo da dedicare al mio blog e sempre meno ispirazione: più tempo trascorro con gli esseri umani e più mi accorgo che pochissimi di loro leggono; alcuni di questi distrattamente, altri difficilmente comprendono, altri ancora si limitano a giudicare anziché sforzarsi di imparare dai diversi modi di interpretare le esperienze.
Comunque non smetterò di aggiornare queste pagine.
Se ti piace come e quello che scrivo, trascorri ancora un po’ del tuo tempo leggendo gli altri articoli e ogni tanto torna a trovarmi per scoprire se ci sono novità.
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Buona vita.